La storia del Complesso Morgagni, sebbene risalente soltanto a poco più di un secolo fa, ha radici nei secoli precedenti tale periodo. A quei tempi Via Cavazzana e gli edifici ai suoi lati non esistevano e il fondo sul quale ora insiste il Complesso Morgagni apparteneva tutto al Monastero della Basilica di Santa Giustina.
Con le soppressioni napoleoniche la secolare proprietà del Monastero di Santa Giustina venne incamerata dal Regio Demanio. Nel 1807 sarà il famoso sopranista Gaspare Pacchierotti ad acquistarla dal Demanio, per costruirvi la sua dimora padovana:
un complesso così magnificente da essere definito “castello”
il cui giardino fu progettato nientemeno che dallo stesso architetto del Caffè Pedrocchi: Giuseppe Jappelli.
Nel 1887, a causa del dissesto finanziario della famiglia Pacchierotti,
l’intero complesso sarà alienato all’asta e diviso in tre lotti, con tre destini diversi.
Un lotto sarà acquistato da Lorenzo Dalla Baratta e vi sorgerà, vent’anni dopo, il primo nucleo della Casa di cura Morgagni. Dalla Baratta cederà la sua proprietà nel 1909 alla Società Padovana Francesco Petrarca, che farà costruire il primo pensionato cattolico in Padova, il capolavoro padovano di architettura liberty, opera di Gino Peressutti, lo stesso architetto di Cinecittà.
Fra coloro che approfittarono dell’alienazione vi fu Giovanni Battista Cavazzana, il quale realizzò nel 1887 l’omonima Via e la Corte, rettificandone il precedente tracciato e tombandone i corsi d’acqua.
Lo storico padovano Giuseppe Toffanin così lo descrive: “un capomastro dell’Ottocento (vale a dire un modesto imprenditore edile)”, che tra le altre cose fu promotore di un quartiere di abitazioni a destinazione popolare. Nel 1899 il Consiglio Comunale deliberò di intitolargli la Corte da lui costruita e nel 1900 l’adiacente via.
Nel 1911 la Società Padovana Francesco Petrarca dovette iniziare la vendita di parte dei terreni, comportando una giostra di compra-vendite e frazionamenti difficilmente ricostruibili.
Nel 1917 ritroviamo gli eredi Cavazzana come possessori del lotto su cui ora sorge l’ex Casa di cura, su cui si trovava una “Casa di piani 4 e vani 50”.
La storia della Casa di cura Morgagni comincia qui. Nel 1921 il dottor Umberto Stiasni fu Guglielmo rileva dagli eredi Cavazzana la “Casa di piani 4 e vani 50” e altri tre stabili; in pratica, salvo poche variazioni, si tratterà degli edifici che comporranno la Casa di cura della quale Stiasni sarà tra i fondatori. Successivamente, nel 1923, Stiasni divide in parti uguali con altri medici di più specializzazioni le quote di questa sua proprietà.
Il 3 aprile 1925 viene firmato il progetto di ampliamento dell’immobile.
Sappiamo soltanto il nome di chi firmò l’ampliamento, tale ingegner Baldassare Pilotti, che si attenne scrupolosamente alle fattezze dell’edificio già presente. Il Policlinico fu un successo non solo per la qualità dei suoi medici e fondatori ma anche per il
concetto assolutamente moderno di casa di cura:
non più un direttore e un’unica specialità, ma una squadra di medici di più specialità.
Target alto e, di conseguenza, anche ospiti di un certo tipo. Fra questi, lo scrittore Ernest Hemingway e l’attore Marcello Mastroianni, che una trentina d’anni dopo, fu curato dai medici della clinica privata nella massima discrezione.
Come si è visto, il Complesso Morgagni, Corte Cavazzana e tutto il territorio che li comprende sono stati protagonisti e continuano ad esserlo di una storia densa e articolata, non comune ai siti storici padovani.
Si tratta infatti di organismi urbani vivi e vivaci, certamente non “ingessati” nelle loro funzioni originarie. Anzi, sono ben portati a cambiarle e aggiornarle.
La trasformazione in complesso residenziale dell’ex Casa di cura Morgagni sottolinea quindi ancora una volta la versatilità di questo luogo, che finalmente
vivrà un altro importante e interessante capitolo della sua storia e della storia di questa città.